PATTI – Patti era la “capitale” della ceramica. Venivano realizzati più di due milioni di pezzi l’anno
La tradizione artigianale più antica di Patti è, senza alcun dubbio, quella della ceramica, una tradizione che racconta di uomini che lavoravano la creta e portavano, secondo le cronache dell’epoca, la loro merce, con velieri di armatori locali, in tutto il Mediterraneo, arrivando persino in Inghilterra e nella fascia settentrionale dell’Africa, attraverso la base di smistamento di Malta. Ovviamente “arrivavano” anche in tanti altri posti dell’Italia.
Patti Marina era, possiamo dire, la “capitale” di questa attività, mentre le altre interessanti realtà si trovavano nel quartiere San Paolo dove, però, si producevano tegole e mattoni e in località San Nicolò La Mendola.
Franz Riccobono, studioso di storia siciliana e archeologo, in un incontro tenuto a Patti, tempo fa, organizzato da Lega Ambiente, ha ricordato l’importanza della ceramica pattese sottolineando che “dagli atti documentali risulta che a Patti esisteva una vera e propria produzione industriale dal momento che venivano realizzati più di due milioni di pezzi l’anno e che si dava lavoro a circa tremila persone”.
“Le ceramiche pattesi – affermava, nello stesso incontro, il dottor Riccobono – possedevano degli elementi caratterizzanti, come quello della pratica dell’ingobbio, una sorta di velatura bianca che veniva disposta sulla terracotta prima della vernice e della decorazione, una caratteristica che fa ipotizzare le origini di questa produzione ad epoca tardo romana o quanto meno bizantina”.
Per decantare la bontà delle ceramiche pattesi, nei tempi passati, venne coniato il famoso detto secondo cui “di Patti avi a essiri a pignata pi viniri a minestra sapurita”.
Oggi, purtroppo, di pentole, a Patti, non se ne producono più perché si lavora solo nel settore della ceramica artistica e solo a livello industriale o quasi.
Quelle migliaia di persone addette, a vario titolo, al lavoro della creta, a poco a poco, hanno intrapreso, prima dell’ultimo conflitto mondiale (ma anche dopo), la strada dell’emigrazione fermandosi in Francia, a Vallauris, dove hanno messo su diverse importanti industrie della ceramica.
“Patti – sosteneva il compianto avvocato Ennio Maria Mellina, all’epocaa presidente della Società di Storia Patria – nel campo della ceramica è stata, forse, la più grossa realtà lavorativa d’Italia”.
A Marina di Patti rimase, fino ad alcuni anni fa, un solo maestro artigiano della ceramica, Tindaro Calderone che, però, ha dovuto alzare bandiera bianca e lasciare la frazione perché non è riuscito a trovare un locale per la sua attività, trasferendosi in altro comune della provincia, dove gli sono stati messi a disposizione idonei locali.
“Per fortuna – diceva Mellina – della ceramica pattese sono rimaste testimonianze straordinarie che, adesso, sono raccolte in un museo aperto nella Villa Pisani, sede della biblioteca comunale, dove, appunto, si trova una delle più belle collezioni di oggetti in ceramica – oltre seicento pezzi – esistenti in Sicilia”.
Nicola Arrigo
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