A20 – A18 – Autostrade ? Perché non chiuderle definitivamente ?
Perché i “Soloni” della nostra Isola non prendono, una volta per tutte, il coraggio a….quattro mani e decidono di chiudere definitivamente l’autostrada Messina-Palermo (A20) e Messina-Catania (A18) ? Potrebbe sembrare una proposta folle, specie durante la stagione estiva, ma non la riteniamo poi così peregrina. Tutto ciò in considerazione del triste bollettino di morti e feriti in incidenti che quotidianamente e tragicamente si aggiorna e dello stato – che definire pietoso potrebbe sembrare un eufemismo – in cui versa, nonostante il sostanzioso pedaggio.
Nelle ultime ore si sono registrate altre tre vittime, in due distinti incidenti, che vanno ad allungare la “lista della morte”. Sembra quasi che chi si metta in viaggio debba tenere in conto che, facendo i debiti scongiuri, potrebbe accadere di tutto; sembra spesso, per non dire sempre, di percorrere una qualsiasi trazzera ed non un’autostrada; sembra che l’imponderabile (che, invece, ha un nome ben preciso, vale a dire improvvisazione e incuria) possa essere sempre dietro l’angolo, “camuffato” da qualche buca letale, da una deviazione mal segnalata, da una galleria al buio, da un garraill di….carta velina.
Di fatto, ciò che dovrebbe far “risparmiare” tempo negli spostamenti, può trasformarsi in una trappola, fermo restando che, molto spesso, di tempo non se ne risparmia perché ci sono perenni deviazioni (in parecchi tratti sono più i chilometri che si devono percorrere così che…normalmente) per cui si deve cambiare corsia e procedere, giocoforza, a rilento, o perché alcuni tratti sono talmente dissestati che non è prudente procedere a velocità sostenuta. Appunto, proprio come si fa su una trazzera di campagna !
Per non parlare di segnalazioni di lavori in corso che restano….tali, nel senso che, in alcuni tratti, non si vede mai alcuno all’opera. Quindi, lavori di che ? Discorsi triti e ritriti, inconvenienti sperimentati e risperimentati, preghiere, affinchè tutto vada bene, dette e ridette, deviazioni passate e presenti (e chissà per quanto futuro), latitanza atavica, lavori avviati e mai ultimati, sicurezza sbandierata e risbandierata, ma visti i…fatti pura chimera.
Di certo rimangono le maledizioni all’indirizzo del Cas e di chi lo rappresenti e, soprattutto, i morti e i feriti che, purtroppo, pare stiano entrando a far parte della routine quotidiana. Si dice che la speranza sia l’ultima a morire, ma sembra proprio che essa sia defunta e sepolta con quanti, in quella maledetta autostrada, hanno perso e continuano a perdere la vita. Nell’indifferenza. E questo fa ancora più male !
Nicola Arrigo
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