PATTI – Sarà Natale perché, oltre le paure, è la festa della gioia e della speranza. Auguri !
Fra Dpcm, restrizioni, autocertificazioni, zone rosse e arancioni, invitati sì, invitati no, sarà Natale. E’ vero: siamo ormai vicini a questa festa tanto attesa, da sempre ricca di fascino, ma, probabilmente, lo spirito non è quello degli anni precedenti. C’è, infatti, in tutti, un profondo senso di incertezza, di ansia, di preoccupazione, che, giocoforza, toglie la serenità. E questo non dipende solo dalle accresciute difficoltà economiche (anche nella nostra città è aumentato il numero delle famiglie che vivono in serie situazioni di disagio), non dipende dalla possibilità – visto il budget di spesa ridotto – di acquistare o meno regali (un po’ di movimento nei negozi, in ogni caso, c’è stato); dipende, a mio avviso, più di ogni cosa, dall’impossibilità di scambiarci gli auguri con i tradizionali baci e abbracci, dipende dalla consapevolezza che non sarà consentito condividere la festa con tanti parenti e amici.
Sappiamo tutti che, purtroppo, è la logica conseguenza di comportamenti sbagliati, diffusi in estate, e che, malgrado tutto, sono continuati ancora anche da noi (bastava farsi un giro a Patti Marina nell’ultimo fine settimana). Anche le comunità ecclesiali cittadine stanno facendo di tutto affinchè un maggior numero possibile di fedeli possa partecipare alle messe del giorno di Natale (ovviamente, anche a Patti non si potrà celebrare la tradizionale “Messa di mezzanotte” che sarà, di conseguenza, anticipata).
Lo scenario, quindi, sembra quasi spingerci ad affermare che Natale sarà tale solo perché siamo al 25 dicembre, che Natale non sarà lo stesso, che Natale sarà un giorno come tutti gli altri.
Invece no ! Sarà Natale perché, oltre le paure, è la festa della gioia e della speranza, che ci certifica che, pur tra mille tribolazioni, non siamo soli: Dio è con noi !
Anzi, la situazione contingente dovrebbe aiutarci a recuperare il senso genuino del Natale, quello dell’essenzialità, della sobrietà, dell’umiltà. In un neonato Dio si è “abbassato” perché noi potessimo “innalzarci”. Credente o non credente, Gesù Cristo ha cambiato la storia, l’ha resa il “luogo privilegiato” di Dio.
E’ la festa che va oltre lo scintillio delle luci, la quantità e qualità dei regali, perché, come sottolineato nel corso dell’Angelus di domenica scorsa da Papa Francesco, “il consumismo ci ha sequestrato il Natale”.
Avrà, pertanto, un senso ancora più profondo scambiarsi gli auguri, perché, forse, sarà la volta buona per mettere al centro il vero “festeggiato” del Natale, di cui spesso ci dimentichiamo. Sarà Natale perché “essendo tutti sulla stessa barca” (sono sempre parole del Papa, pronunciate il 27 marzo scorso in una deserta Piazza San Pietro) ci sentiremo ancora più vicini, condividendo lo stesso desiderio che la luce di Betlemme rischiari sempre il nostro cammino e illumini il buio del dubbio, del fallimento, della delusione, dell’incoerenza, dell’arrivismo e dell’edonismo sfrenati.
Auguri, allora, in primis a chi, anche nella nostra città, ha dato e continua a dare se stesso per vincere la pandemia ed aiutare chi ha contratto il virus, medici, operatori sanitari, volontari; auguri ai nostri amministratori, perché concludano al meglio il proprio mandato, al di là delle beghe politiche emerse nelle ultime settimane; auguri alle famiglie, specie a quelle che non sanno cosa riserverà loro il domani; auguri al mondo della scuola, impegnato in prima linea (dirigenti, docenti, personale Ata) per continuare a garantire la formazione culturale, ma anche umana e sociale delle giovani generazioni; auguri ai bambini, ai ragazzi, ai giovani, che forse più di tutti stanno soffrendo in questo periodo e sono “assetati” di relazioni vere e non virtuali; auguri alle Forze dell’Ordine, che svolgono un servizio insostituibile di garanzia della convivenza civile; auguri agli operatori economici, specie quelli in difficoltà, perché possano riprendere “fiato” dopo tanta “apnea”; auguri alla comunità ecclesiale, chiamata, oggi più che mai, a tenere viva la speranza, affinchè lo scoraggiamento non prenda il sopravvento, auguri accompagnati da un senso di gratitudine per quanto le parrocchie stanno facendo per aiutare chi versa in situazioni di necessità.
In questi giorni, tante persone si sono prodigate ed hanno “donato” qualcosa affinchè possa essere Natale anche per chi, diversamente, lo vivrebbe nell’abbandono e nell’indigenza. Segno che ci sono ancora a Patti tante persone generose, dal cuore grande e, fortunatamente, la solidarietà non resta solo una “bella parola” ma si concretizza in gesti tangibili.
Auguri, allora, a questa nostra città spesso sonnolenta e intorpidita, capace, però, di grandi slanci e sussulti. Auguri a tutti i pattesi, vicini e lontani: mantenendo forte il senso di appartenenza, che ci rende comunità, in cui il bene di tutti prevale sugli interessi di parte, sarà sempre Natale !
Auguri !
Nicola Arrigo
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