PATTI – ”Indifferenziato”. Impensabile che, per l’ennesima volta, debba averla vinta la burocrazia, alla faccia della salute della gente e della decenza.
Per la seconda settimana consecutiva, a causa dell’impossibilità di conferire i rifiuti nel sito di Alcamo, chiuso dal 7 novembre, non è stata effettuata la raccolta dell’”indifferenziato”.
Ulteriore conferma che, come quasi sistematicamente accade, il provvisorio rischi di…trascinarsi e di diventare definitivo.
In attesa che venga indicato un nuovo sito dove conferire, i pattesi da 15 giorni devono “tenersi” in casa o in balcone tali rifiuti.
Li può “consolare” solo il fatto (“mal comune, mezzo gaudio”) che altri comuni viciniori si trovino nella medesima situazione.
Quindi, se tale sito non verrà reperito nel minor tempo possibile, i cittadini saranno costretti a “conservare” l’indifferenziato chissà per quanto ancora.
Qualcuno ha sostenuto che tanto non si tratta di organico, che emana odore nauseabondo, per cui non sussiste alcun problema se non si può smaltire.
Non riusciamo a capire che chi ha fatto tale affermazione fosse nel pieno delle sue facoltà mentali o se fosse una battuta, perché non è assolutamente così, specie se la spazzatura rimane in casa per tanti giorni.
In compenso sono arrivate le bollette del saldo della Tari e per quelle non esiste alcun problema di…smaltimento.
E’ vero che il comune si trova con le mani legate, ma la pazienza dei cittadini, per una crescente situazione di disagio, si sta esaurendo perché è impensabile che, per l’ennesima volta, debba averla vinta la burocrazia, alla faccia della salute della gente e della decenza.
Cari amministratori, invece di limitarsi alle formali missive atte a “smuovere le acque stagnanti”, perché non “sbattere i pugni” su determinate scrivanie per avere garantito un sacrosanto diritto ?
Nicola Arrigo
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