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PATTI – Covid-19, ripiombati nell’ansia e nella preoccupazione. Dovere civile e morale rispettare le regole.

PATTI – Covid-19, ripiombati nell’ansia e nella preoccupazione. Dovere civile e morale rispettare le regole.
Ottobre 13
11:49 2020

Ci eravamo quasi convinti di essere riusciti a “vincere” il covid 19; ci eravamo convinti che i sacrifici fatti durante il lockdown fossero serviti a vincere la battaglia contro la pandemia. Invece, non è stato, numeri alla mano, così e siamo ripiombati nell’ansia e nella preoccupazione.

Le notizie che arrivano dai centri vicini non ci lasciano tranquilli, anche perché molte persone ivi residenti, in primis gli studenti, quotidianamente arrivano a Patti. Così come in tanti raggiungono i vari uffici e l’ospedale cittadini.

E’ riaffiorata così, in ciascuno di noi, la diffidenza: e se chi mi sta accanto fosse contagiato, magari asintomatico ? Basta che, come ieri ad ora di pranzo, si diffonda la notizia di un probabile contagio di un’alunna di un istituto cittadino per scatenare un irrefrenabile tam tam, una ridda di commenti e prese di posizione.

Il sindaco Mauro Aquino ha recentemente chiesto tanta prudenza, ma, stando a quanto visto, per l’ennesima volta, ieri a Marina, le sue parole sono cadute nel vuoto. Pochissimi indossavano la mascherina, pur essendo a contatto con tante altre persone, e non c’era alcun tutore dell’ordine a vigilare.

Stessa musica quando, ogni giorno, i ragazzi entrano ed escono da scuola; pur molto vicini, per non dire, in alcuni casi, “appiccicati”, non ritengono opportuno indossare la mascherina e rispettare le distanze.

Sono semplici comportamenti che, purtroppo, non trovano adeguata rispondenza, per cui, poi, non serve a nulla lamentarci se arriveranno nuove restrizioni e, nel peggiore dei casi, dovesse materializzarsi una nuova “chiusura”.

E’ ovvio quanto sia altrettanto sbagliata la “caccia all’untore”, ma sicuramente non guasterebbe un po’ più di chiarezza nella comunicazione, anche per mettere a tacere chi sostiene che pure a Patti si siano registrati e si registrino contagi, ma nessuno ne da notizia.

Non si tratta di essere apocalittici o Cassandra di turno, né di dover trovare il contagiato “a tutti i costi”, ma l’impressione è che, dopo la preoccupazione causata dal caso di positività di tre componenti lo stesso nucleo familiare, di alcune settimane fa, che, giocoforza, ha portato tutti ad essere “più attenti”, adesso si sia ripiombati nella superficialità. La stessa manifestata, in più circostanze, nell’estate appena trascorsa e che, probabilmente, adesso stiamo pagando a caro prezzo. 

Ribadisco un concetto già espresso in un mio precedente pezzo: la scuola, al momento, rimane forse l’ambiente più protetto, anche perchè lì i ragazzi si sforzano di rispettare le regole. Il problema “nasce” e si sviluppa fuori, negli altri contatti senza alcuna precauzione. 

Ora più che mai non bisogna mollare la presa; occorre continuare l’alacre e infaticabile opera di sensibilizzazione e, se è il caso, ricorrere alle sanzioni previste dalla normativa. E’ un dovere civile e morale di tutti difendere e promuovere la propria come l’altrui salute. E nessuno può dire: “Io non c’entro” !

Nicola Arrigo

 
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Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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