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MESSINA – Covid-19. Ass. Autonomi e Partite IVA” chiede iniziative a supporto delle Aziende e degli Autonomi siciliani

MESSINA – Covid-19.  Ass. Autonomi e Partite IVA” chiede iniziative a supporto delle Aziende e degli Autonomi siciliani
Aprile 28
13:19 2020

Cristina Puglisi Rossitto, Coordinatore Regionale per la Sicilia dell’Associazione Politico-Culturale “Autonomi e Partite IVA” in una lettera aperta indirizzata all’ 0n. Nello Musumeci Presidente della Regione Sicilia e all’On. Gianfranco Miccichè Presidente dell’ARS, evidenzia alcune importanti valutazioni che dovranno necessariamente essere considerate quale spunto di riflessione e di azione per una adeguata strategia operativa a salvaguardia degli interessi della sicilia.

            ”Non vi è dubbio che dopo l’8 marzo 2020 tutto il mondo è cambiato e ciò comporta una rivisitazione non solo dei comportamenti civici, da parte dell’intera popolazione siciliana e nazionale, ma anche una differente gestione operativa del comparto economico aziendale e delle attività autonome che rappresentano la vera “spina dorsale” della nostra Regione come quella dell’intera Nazione Italia.

            Purtroppo visti i provvedimenti posti in atto dal Governo centrale, pur tenendo conto delle Istituzioni nelle proprie costituzionali competenze, li riteniamo inadeguati o comunque indiscutibilmente insufficienti per affrontare la grave crisi economica che si profila in tutta la sua gravità e ferocia nel prossimo futuro.

            Non intendiamo spingerci oltre nella valutazione di tutti i provvedimenti posti in atto dal Governo centrale, così da scongiurare una quanto meno sterile ed inutile critica che non porterebbe a nulla se non quello di lasciare noi tutti liberi di evidenziare il terrore e la paura che ci attanaglia quali cittadini italiani, quali autonomi, professionisti ed imprenditori.

Ciò che ci prefiggiamo, nel ruolo di rappresentanti dell’imprenditoria siciliana è di proporre, e sperare, in un’azione forte e di grande impatto economico che possa fungere da ammortizzatore per tutte le problematiche economiche e finanziarie che gli Autonomi stanno affrontando.

I provvedimenti Governativi in nessun caso hanno previsto, differentemente da quanto sta accadendo in altri paesi Europei, aiuti concreti alle aziende ed alle imprese. Lo scarso impatto economico è stato limitato ad una provvisoria sospensione dei pagamenti dei tributi e delle tasse e non anche ad una loro totale eliminazione per un periodo sufficiente, così da poter garantire alle aziende una seppur difficile sopravvivenza sul mercato.

Altrettanto dicasi per ciò che concerne il paventato provvedimento “Salva Italia” con il quale si è sostenuto che il Governo fosse intervenuto con un’azione forte e “poderosa” tanto da immettere nel mercato finanziario risorse importanti che avrebbero consentito alle aziende italiane di poter usufruire dei necessari flussi finanziari a copertura dei costi correnti anche in assenza di introiti determinarti dalla chiusura totale dell’Italia intera.

In verità si è subito compreso che tale provvedimento appariva inadeguato, se non addirittura controproducente, poiché nessuna iniezione di liquidità è stata posta in essere se non limitarsi ad alimentare il comparto bancario fungendo, il Governo, solo da garante nella concessione di prestiti alle aziende. Prestiti che poi le Banche con varie scuse non concedono!

Garanzia che, a conti fatti, appare solo una sorta di slogan, tenuto conto che le Banche stanno imponendo e richiedendo una serie di innumerevoli documenti tali da impedire di fatto, nella maggioranza dei casi, la concessione di qualsiasi credito bancario. Senza sottacere che tale operazione governativa determinerà un acuirsi del monte debitore a carico dei bilanci contabili delle aziende italiane, degli autonomi e dei piccoli imprenditori, che stanno soffrendo come mai accaduto nella storia italiana dal dopoguerra.

Non possiamo esimerci dal constatare come pure gli altri provvedimenti posti in essere dal Governo siano del tutti insufficienti e in molti casi inattuati, quali il cd “bonus da 600 euro”, contributo  che non è stato nemmeno erogato a tutti i richiedenti, apparendo prima facie più una sorta di “elemosina” che un concreto e serio aiuto alle aziende.

Ebbene, detto quanto sopra e sempre nei limiti di quelle che sono le competenze della Regione Sicilia, nel rispetto delle norme e dei regolamenti costituzionali, la sottoscritta evidenzia l’improcrastinabile necessità di un intervento a favore delle aziende siciliane attraverso una azione governativa locale forte e coraggiosa che possa in qualche modo supplire le evidenti carenze dell’azione governativa centrale. Abbiamo anche la forza di essere una Regione a Statuto Speciale con autonomia.

 Non possiamo esimerci dall’osservare una ingiustificata incongruenza nel provvedimento di riapertura di intere filiali economiche appartenenti al mondo della produzione industriale che, come è ben risaputo, sono quasi tutte allocate nei territori del nord Italia rinviando ingiustificatamente l’apertura delle attività economiche più presenti nel Sud Italia: turismo e ristorazione.

Si è coraggiosamente deciso di riaprire le attività economiche nel Nord Italia e si è deciso di rinviare, senza alcun logico motivo, la riapertura delle attività economiche nei territori del Sud Italia dove fortunatamente i contagi sono stati considerevolmente inferiori.

La Sicilia come è noto, vive e sopravvive per tramite di aziende appartenenti al settore del turismo, dell’agricoltura e della ricezione. Le filiere economiche ad esse collegate creano un indotto economico considerevole con tutti gli annessi e connessi e con produzione di reddito per innumerevoli cittadini siciliani.

È necessario che la Regione Sicilia con tutte le opportune procedure di protocolli e garanzie del caso, con coraggio e con orgoglio, provveda a valutare in modo adeguato una strategia di riapertura delle attività economiche siciliane al fine di scongiurare l’acuirsi di ulteriori difficoltà economiche nella nostra Regione tali da scavare ancor più quel solco che pone l’economia del Sud Italia fanalino di coda del nostro Paese.  

A supporto di tali provvedimenti coraggiosi, la Regione Sicilia, a salvaguardia degli interessi economici delle Aziende, autonomi e piccoli imprenditori, dovrà provvedere per un periodo temporale considerevole e cioè sino al 31 dicembre 2021, ad eliminare le imposte afferenti alle “addizionali regionali”; alle “addizionali comunali” (di concerto con i Sindaci delle varie Provincie Siciliane).

Dovranno necessariamente essere eliminate, non sospese, le imposte regionali, comunali, quali a titolo di esempio, le imposte sull’occupazione del suolo (con la concessione di maggiori spazi esterni al fine di garantire il “distanziamento sociale”), come quelle delle insegne, come tutte le imposte comunali (IMU, TARI, COSAP, ecc.) così da sostenere le attività economiche in generale. 

Dovranno necessariamente essere eliminate, quanto meno fortemente ridotte, le aliquote di imposta IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) sino al 31 dicembre 2021. Ciò garantirà alle aziende una maggiore disponibilità di flussi finanziari necessari ad affrontare il pagamento dei costi correnti.

Codesta Regione Sicilia dovrà farsi promotrice, dinanzi agli organi Istituzionali Centrali, della richiesta di azzeramento dei contributi previdenziali e fiscali relativi ai dipendenti per un periodo sufficiente, quanto meno sino al 31 dicembre 2021. Dobbiamo evitare che gli imprenditori debbano procedere al licenziamento del personale poiché impossibilitati a pagarne anche gli oneri fiscali e contributivi. Altrettanto dicasi per ciò che riguarda tutti i canoni di Concessione Demaniale a salvaguardia di tutte le attività stagionali e non.

Quanto sopra evidenziato e sottolineato, la sottoscritta è certa che potrà rappresentare un importante traguardo per la nostra Regione così da scongiurare un fallimento totale dell’economia siciliana con le inevitabili conseguenze in ambito di sicurezza sociale.

Redazione da nota stampa

 
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