MESSINA – “Ridestiamo l’identità’”, ricordando i campioni di messinesità: sapevate che l’inventore del cinema sonoro è un nostro concittadino?
Abbiamo motivo di credere che non siano molti i messinesi che si sentono orgogliosi della loro cittadinanza.
Parecchi di loro appaiono più consapevoli dei loro difetti, per cui spesso si piangono addosso, anzichè dei loro pregi.
Sappiamo che la crisi di identità che li attanaglia, derivante anche dalla perdita traumatica di tante testimonianze del loro passato, fa si che abbiano perso memorie preziose le cui radici risalgono a una storia millenaria.
Ora, nell’intento di contribuire a risvegliare le sorti identitarie di Messina, ci sembra utile andare alla riscoperta selettiva e critica del patrimonio storico culturale nel quale l’identità ha le basi.
Parlare infatti di caratteristiche identificative di una comunità è una questione concernente la memoria e il ricordo di un passato comune, e quindi di uno stesso significativo “universo simbolico” in cui si vive.
Infatti, l’identità collettiva non è altro che appartenenza sociale divenuta partecipazione riflessiva, cioè cosciente, a una cultura che la fonda e che si compone di storia, tradizioni, avvenimenti e personaggi importanti. Di questi ultimi ci piace richiamare la memoria, mettendo in rilievo personalità e opere di quelli che si sono dimostrati “campioni di messinesità”.
Del primo straordinario personaggio, un inventore, ci racconta aspetti importanti della sua storia la stessa affezionata nipote. (A.M.)
Giovannino Rappazzo è un bambino allegro e vivacissimo che compie una serie interminabile di monellerie sia a casa che a scuola.
I genitori, non riuscendo a domare in nessun modo la sua indole ribelle, decidono di affidarlo alle cure dell’autoritario fratello maggiore Luigi, che vive e lavora a Genova.
Pertanto Giovannino ad appena 8 anni sarà costretto con molto dolore a lasciare la sua famiglia e la bellissima città dov’è nato, Messina, per trasferirsi nella capitale ligure.
L’improvviso cambiamento di vita, con le conseguenti restrizioni alle quali sarà sottoposto dal fratello provocheranno in lui un forte turbamento, trasformandolo in un ragazzo triste e introverso.
Ma in realtà Giovannino non si perderà affatto d’animo, poichè affiderà subito la libertà perduta a ciò che mai niente e nessuno gli potrà mai limitare: la sua brillante, incredibile Intelligenza.
Perché Giovannino non è un bambino come tutti gli altri. Giovannino è un genio. E per tutta la sua futura, straordinaria vita, sarà Giovanni Rappazzo , L’ INVENTORE.
A Genova entra per la prima volta in un cinema dove proiettano i film muti di Ridolini e Polidoro ma l’iniziale divertimento si trasforma subito in una forte angoscia: quegli attori non parlano e si muovono con una gestualità innaturale ed esasperata, e tutto questo per Giovannino è insopportabile fino a non dormirci la notte.
Decide così in cuor suo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per riuscire a porre fine a quell’irritante, e frustrante mutismo.
Ritornati a Messina dopo il sisma del 1908, Luigi e Giovanni lavorano insieme per la ricostruzione della loro martoriata città, ridotta dal terremoto ad uno spaventoso ammasso di macerie fumanti.
I primi segni in assoluto di questa volontà di rinascita sono il negozio bazar L’Au Bon Marchè ed il cinema L’Eden CINE Concerto, nel quale Giovanni avrà il magnifico lampo di genio, dopo un banale incidente di proiezione, che lo porterà all’invenzione del film sonoro. Brevetterà il sistema il 19 febbraio del 1921 e si darà subito da fare per cercare capitalisti finanziatori e offrire alle più famose case cinematografiche dell’epoca la sua miracolosa invenzione in grado di dare la voce al cinema. Ma riceverà da tutti un secco rifiuto.
Incompreso, perseguitato e ridotto in povertà non riuscirà più a pagare la tassa per il rinnovo dei brevetti del Suo film sonoro che gli verrà impietosamente usurpato dagli americani.
Deluso, amareggiato, lasciato solo dalle istituzioni alle quali si rivolgerà inutilmente per avere giustizia, Giovanni Rappazzo
attingerà dall’amore della moglie Giacomina e dalla sua febbrile e incessante attività inventiva la titanica forza per resistere a tutte le durissime prove della sua esistenza.
Il suo magnifico genio creativo gli farà produrre infatti in tempi diversi, un’incredibile serie di altre invenzioni tutte brevettate e documentate, alcune delle quali oggi diffusamente applicate.
Dopo esser sfuggito agli orrori della guerra del 15-18 e alla pandemia di spagnola, vivrà con la sua famiglia un’incredibile odissea durante il secondo conflitto mondiale, e all’età di 70 anni patirà grandi sofferenze per la perdita dell’amata figlia Caterina. Quest’ultima morirà nel partorire una bambina che Giovanni Rappazzo adotterà per evitare che il padre (noto pittore del tempo), sconvolto dal dolore, la metta subito in un istituto dopo averla fatta battezzare con il nome di Celeste.
Tra nonno e nipote s’instaurerà con il passare degli anni un rapporto intenso e particolare: Celeste si accorgerà crescendo di avere un nonno fuori dal comune ma solo dopo la sua morte (avvenuta nel 1995 dopo pochi mesi dalla sua nomina da parte del governo italiano a Grande Ufficiale al merito della Repubblica) scoprirà di essere l’erede dell’immensa mole dei suoi manoscritti attraverso i quali, nel leggerli, le sembrerà spesso di ascoltare il tremendo grido del Suo Genio derubato.
Celeste ritiene che Giovanni Rappazzo non avrà pace finchè non avvenga il Suo riconoscimento universale che lo consacri definitivamente come primo e unico inventore del film sonoro, e a questo scopo decide subito di scrivere un libro sulla sua fantastica esistenza. Quella bambina sono io che vi sto scrivendo, e sarà una grande gioia per me dare a Giovanni Rappazzo ulteriore visibilità raccontandovi altri momenti della sua avvincente storia come tributo di amore per ciò che ha fatto per me.
Celeste Fogliani
Brevetto del 19 febbraio 1921, riguardante l’invenzione del cinema sonoro da parte di Giovanni Rappazzo :
Anastasio Majolino
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