PATTI – Il Prof. Vaccari ha spiegato agli studenti pattesi che i progressi dell’oncologia si fondano su anni di studi di ricerca di base.
Nell’ambito delle attività divulgative che l’AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, svolge in tutto il territorio nazionale allo scopo di diffondere i risultati della ricerca, il comitato AIRC Patti, referente prof.ssa Salvuccia Buttò insieme alle volontarie pattesi, con il patrocinio del Comune di Patti (presente il Sindaco l’Avv. Mauro Aquino), ha organizzato un convegno tenutosi, oggi, giovedì 7 novembre 2019, presso il Cinema Comunale, che ha visto protagonisti il Prof. Thomas Vaccari, docente dell’Università degli studi di Milano e direttore di un laboratorio di ricerca che da anni si occupa di studiare i meccanismi molecolari che contribuiscono alla comparsa dei tumori, e gli alunni delle classi quinte delle due scuole superiori cittadine, l’IIS Borghese Faranda e il Liceo Vittorio Emanuele III.
“I progressi dell’oncologia si fondano su anni di studi di ricerca di base, condotti in università e centri di ricerca finanziati da AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro”… il Prof. Vaccari lo ha spiegato agli studenti, illustrando loro con quali strumenti e come vengono condotti gli esperimenti che portano gli scienziati a comprendere sempre meglio come curare il cancro.
Dialogando con gli studenti e fornendo esempi pratici, il professore ha raccontato di come si possano utilizzare organismi semplici e via via più complessi, come, i moscerini della frutta (Drosophila melanogaster) per ricostruire i meccanismi con i quali una cellula tumorale può crescere, interagire con l’organo che la ospita ed essere eliminata in modo sempre più efficace.
La conferenza si è chiusa con una serie di domande e risposte relative alle nuove frontiere della ricerca sul cancro: queste includono lo sviluppo di
farmaci intelligenti che colpiscono bersagli specifici delle cellule tumorali, la nascita della medicina personalizzata, che permetterà la individualizzazione delle terapie secondo le specificità dei singoli pazienti, e la recente possibilità di riparare geni mutati con tecniche avanzate di ingegneria del DNA.
La mattinata si è conclusa con un invito del professore a contribuire al lavoro di AIRC e dei suoi scienziati, sostenendo la ricerca con donazioni, volontariato ma soprattutto con l’impegno a far parte della futura generazione di studiosi che contribuiranno alla medicina di domani.
Redazione da comunicato stampa
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