Patti24

 Breaking News

MESSINA – Fatture false e peculato. Sequestrati beni per 4 milioni di euro nei confronti degli ex amministratori della Tirreno Ambiente Spa, 8 denunce

MESSINA – Fatture false e peculato. Sequestrati beni per 4 milioni di euro nei confronti degli ex amministratori della Tirreno Ambiente Spa, 8 denunce
Dicembre 05
11:52 2018

Emissioni di fatture false e peculato. Sono queste le accuse nei confronti degli ex amministratori della Tirreno Ambiente Spa nei confronti dei quali la Guardia di Finanza di Messina ha sequestrato beni per 4 milioni di euro. Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale di Messina Simona Finocchiaro, a seguito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica, che hanno preso il via a seguitodi una verifica fiscale nei confronti della società. Tirreno Ambiente Spa è una società per azioni a partecipazione a partecipazione pubblica con capitale misto Tirreno Ambiente S.p.A., incaricata della gestione della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea.

Tra le 8 persone denunciate 2 sono i responsabili legali della società succeduti nel tempo, per i reato di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti; 6 sono rappresentanti legali delle società incaricate di svolgere le prestazioni per il reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti. Contestate specifiche ipotesi di peculato per un valore di oltre 3 milioni di euro nei confronti di tre soggetti che hanno ricoperto la carica di membri del C.d.A. della società da cui hanno distratto somme di denaro; rappresentanti legali delle società emittenti le fatture false attraverso le quali sono state distratte le somme in argomento.

“Nel periodo 2011-2013– spiegano le Fiamme Gialle-“le casse della società sono state svuotate mediante un complesso sistema di false fatturazioni e che parte del denaro illecitamente fuoriuscito è rientrato nelle tasche degli ex vertici dell’azienda attraverso società in cui gli stessi rivestivano importanti cariche sociali. Più in particolare grazie all’attività di verifica fiscale è stato riscontrato che la Tirreno Ambiente S.p.a. ha fatto ricorso, sistematicamente, all’affidamento diretto di lavori, servizi e forniture rivolgendosi o ad aziende che facevano parte della componente privata della società o ad imprese comunque compiacenti le quali hanno provveduto ad emettere fatture per operazioni inesistenti per oltre 3 milioni di euro“.

E spiegano ancora gli inquirenti di Messina: “sono stati rilevati servizi di supervisione e di controllo della gestione o attività di consulenza che non sono risultati comprovati da nessun documento che attesti l’effettuazione dell’incarico, ad esempio: corrispondenza informativa, verbali di sopralluoghi, atti di controllo e verifica, rapporti o relazioni tecniche“.

Per alcuni servizi di fornitura della discarica- riferiscono le Fiamme Gialle è stato accertato: “l’affidamento diretto da parte della Tirreno Ambiente S.p.a., in violazione delle norme sull’evidenza pubblica e con l’applicazione di percentuali di ricarico sulla fornitura di materiali e la prestazione di servizi fuori da ogni logica commerciale“.

Questo- spiegano ancora gli inquirenti avrebbe consentito “da un lato, alla Tirreno Ambiente S.p.a. di abbattere i costi di gestione attraverso la contabilizzazione nelle dichiarazioni Iva e, dall’altro, alle società emittenti di accaparrare illecitamente denaro pubblico“.

“L’operazione- concludono le Fiamme Gialle- testimonia l’impegno della Guardia di Finanza a tutela della sicurezza economica e finanziaria ed in particolare nel contrasto agli sprechi, soprattutto nell’ambito della Pubblica Amministrazione“.

 

 

Redazione da comunicato stampa

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.