PATTI – C’era anche don Enzo Smriglio, arciprete della Cattedrale di Patti, alla solenne ostensione delle sacre reliquie di Santa Febronia
C’era anche don Enzo Smriglio, arciprete della Cattedrale “san Bartolomeo” di Patti, alla solenne ostensione delle sacre reliquie di Santa Febronia, patrona e concittadina, a Minori (dov’è venerata con il nome di Santa Trofimena) in occasione del 225° anniversario del secondo ritrovamento, avvenuto nella notte tra il 26 e 27 novembre 1793.
A presiedere la solenne celebrazione, nella basilica della città campana, è stato l’arcivescovo monsignor Orazio Soricelli, che ha impartito la benedizione papale con annessa indulgenza plenaria. Le stesse reliquie, insieme alla venerata statua della vergine e martire, accompagnate da un nutrito numero di fedeli provenienti dalla Campania, saranno a Patti a fine luglio, in occasione del 50° anniversario dalla loro prima “venuta” in città e in concomitanza con i solenni festeggiamenti in onore della patrona.
Prosegue, quindi, l’”avvicinamento” ad un evento tanto atteso, soprattutto da chi è fortemente legato alle proprie tradizioni e “conosce” la storia di Patti, che ha già vissuto precedenti tappe di preparazione, come quella del 23 aprile scorso, quando il parroco di Minori (presente pure il vice sindaco Tommaso Manzi) don Ennio Paolillo, ha presieduto la solenne concelebrazione della messa nella chiesa di Santa Fibruniedda, nel quartiere Polline, là dove, secondo la tradizione, c’era la casa della patrona della città.
Sempre in nome di Santa Febronia, all’inizio di maggio è stato stretto un gemellaggio fra gli istituti comprensivi “Luigi Pirandello” di Patti e “Ambrogio Catarino Politi” di Maiori-Minori. “Ho pregato, davanti alle reliquie di Santa Febronia – assicura don Enzo Smriglio – per la città di Patti e per tutti i pattesi. Vogliamo che i festeggiamenti di fine luglio, con la presenza delle reliquie stesse nella nostra Cattedrale, siano davvero espressione di una forte devozione verso la nostra patrona e concittadina ed uno sprone ad imitare la fede coraggiosa”.
Nicola Arrigo