TORRENOVA – Giornata dei Giovani della diocesi di Patti. Don Tony Drazza: “Il cuore non è una lavagna cancellabile; lì resta tutta la nostra vita, vi scriviamo col fuoco”
“Il cuore non è una lavagna cancellabile; lì resta tutta la nostra vita, vi scriviamo col fuoco”. Con un linguaggio semplice e chiaro, don Tony Drazza, Assistente Nazionale del Settore Giovani dell’Azione Cattolica, ha saputo coinvolgere i giovani della diocesi di Patti, che, accogliendo l’invito del Servizio di Pastorale Giovanile, diretto da don Giuseppe Di Martino, si sono ritrovati a Torrenova per vivere la loro annuale giornata.
“Dammi un cuore che ascolta” è stato il tema, mutuato dalla 55^ Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni, “e dovrebbe diventare – ha sottolineato don Tony – il ritornello della nostra vita affaticata. Solo un cuore che ama è capace di ascoltare”. Una vita fatta di gioie e di dolori, di esaltazione e di fallimento, “in cui – ha evidenziato don Tony – tutti abbiamo bisogno di sentire la pelle dell’altro, in un movimento di cuore, in un sussulto dell’anima, nella bellezza di occhi, mani, sguardi che si incrociano.
Ci salviamo solo perché sappiamo prendere il buono che la vita ci sta mettendo davanti, altrimenti saremo solo faccendieri che, alla fine, dicono “Ci siamo tolti il pensiero”. Invece, noi abbiamo bisogno di pensieri di eternità”. “E’ allora necessario – ha proseguito – scoprire per chi batta il nostro cuore. E’ come l’esperienza dell’innamoramento, perché il cuore non è una questione sentimentale ma vitale ed è capace di fare più dei semplici calcoli della mente. Ciò porta a scoprire il bello nelle persone, mi fa essere amante. Solo chi è capace di amore sa dare opportunità, disegna una vita altra nelle persone. Chi ama ti prende il volto tra le mani e di riorienta la vita. Non c’è bisogno di essere perfetti: Dio ci chiama alla gioia così come siamo; Dio non ci vuole perfetti, ma disponibili e la nostra vera vocazione è una vocazione alla gioia. La nostra vita non è sempre una festa, ma pure nei percorsi polverosi siamo chiamati alla gioia”.
Dando un messaggio forte a ciascun giovane “Guardati meglio che sei di una bellezza disarmante”, don Tony Drazza ha affidato alcune consegne: “Recuperare la fiducia, mentre ci dicono che non bisogna fidarsi di nessuno, ci vogliono lasciare da soli. Ma da soli non si fa molta strada; la fiducia è il filo che lega il cuore; siamo liberi perché legati a qualcuno che ci slega. Libertà è sapere che nella vita c’è qualcuno che mi fa da porto, perché in mare aperto, da soli, non si campa”.
“Occorre – ha proseguito – cominciare a pensare di essere generatori di gentilezza: l’innamoramento ha bisogno di derlicatezza; occorre riscoprire la bellezza del sorriso: come possiamo testimoniare la gioia e il nostro essere persone della resurrezione, se abbiamo sempre il muso ? Occorre diventare trafficanti di bellezza, se no c’è il rischio di tenere tutto per noi; bisogna essere raccontatori di buona notizia, anzi essere noi stessi buona notizia per gli altri, essere opportunità per chi ci incontra”. “Dobbiamo ritagliare un po’ di lentezza nella nostra giornata – ha concluso don Tony – per vedere i segni di Dio nella nostra vita, se no diventiamo macchine da guerra, semplici calcolatori, persone stanche, in costante affanno per le cose da fare. Chi ama è esperto di dettagli, ha occhi profondi per vedere ciò che sta succedendo nella sua vita e in quella degli altri”.
Punto di riferimento della Giornata è stata, ovviamente, la croce dei giovani (copia di quella che San Giovanni Paolo II consegnò ai giovani del mondo e che “visitò” la diocesi di Patti nel 1998), che è stata pure “protagonista” della fiaccolata che, dopo un grande gioco che ha coinvolto i partecipanti, ha fatto da premessa alla celebrazione eucaristica, presieduta, nella chiesa di San Pietro, dal vescovo della diocesi di Patti monsignor Guglielmo Giombanco, che ha “accompagnato” tutto il cammino dei giovani della Chiesa pattese nel corso degli incontri (cinque) che si sono tenuti in preparazione al Sinodo dei Vescovi del prossimo ottobre su “i giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.
Nel corso della sua omelia, monsignor Giombanco ha evidenziato “che momenti come questo si vivono per il desiderio di incontrare il Signore, il Pastore Bello. L’incontro con Gesù rende bella la nostra vita, capace di esprimere il meglio di sé”.
“Gesù – ha aggiunto – è il pastore che donas la vita e ciò diventa per noi impegno a vivere la vita come dono. Quando si ama, si affronta tutto con fiducia e con coraggio; il Signore ci ama come siamo; ci ama conoscendoci e ci conosce amandoci”. “Dobbiamo, allora – ha concluso il Vescovo – ascoltare il Signore che parla al nostro cuore e rende piena di significato la nostra vita, abitata da qualcuno che ama veramente. Tornando alle nostre case, negli ambienti di vita, nelle parrocchie, esprimiamo la bellezza della vita”.
Per tutti – tanti anche gli adulti presenti alla Giornata , così come sacerdoti, religiose e la comunità del Seminario – è stata un’occasione di festa, di preghiera, di forte condivisione, di acquisizione di consapevolezza che – come sottolineato nel suo “saluto” finale da don Giuseppe Di Martino – “i giovani non siete il futuro, perché in futuro sarete adulti pure voi. I giovani siete il presente della nostra società e della Chiesa. Tutti contiamo su di voi”.
Nicola Arrigo