PATTI – Il vescovo mons. Giombanco ha celebrato per la prima volta la Messa Crismale
“Carissimi fratelli presbiteri, amiamo la nostra Chiesa, con la sua storia, con la sua tipica umanità, con le sue ricchezze e l e sue povertà, amiamola più di noi stessi: nella verità, nella gioia, nella libertà”. Con parole rotte dalla commozione, il vescovo monsignor Guglielmo Giombanco, durante la Messa Crismale nella Concattedrale “Santi Martiri del XX secolo”, ha esortato i sacerdoti a “contemplare il nostro sacerdozio alla luce del sacerdozio di Cristo attraverso tre atteggiamenti che hanno caratterizzato la vita del Maestro: l’umiltà, l’amore e il servizio”.
Monsignor Giombanco ha manifestato di avere “il cuore colmo di gratitudine al Signore e sentimenti di intima commozione celebrando per la prima volta la Messa Crismale”. ha sottolineato la “comunione presbiterale con i suoi due predecessori, monsignor Carmelo Ferraro e monsignor Ignazio Zambito, pastori che hanno seminato ottimi semi nel cammino della nostra Chiesa”.
Ha rimarcato che “la nostra vita di presbiteri è un grande dono alla Chiesa”e che “solo la sequela di Cristo, motivata dall’amore, ci consente di restare uniti al Maestro. Allora diventiamo sempre più un presbiterio di cirenei, che si aiutano perché si vogliono bene, non di solitari che sfuggono le prove”.
Monsignor Giombanco si è soffermato anche sulla “collaborazione con i fedeli laici, nello stile di comunione e di valorizzazione di tutte le risorse umane e pastorali presenti nella nostra Chiesa” e sulla “formazione dei futuri presbiteri, compito di tutto il presbiterio, secondo un modello di ministero che induce inevitabilmente ad individuare nuovi processi di formazione seminaristica e presbiterale per restare fedeli al Vangelo e al passo con la storia”. A tutti, a conclusione dell’omelia, il Pastore della Chiesa Pattese ha augurato “di custodire nel cuore, con rinnovato stupore, la gioia della chiamata, per rispondere con generosità alle attese della Chiesa e del mondo”.
Durante la celebrazione, il Vescovo ha benedetto gli oli (crisma, dei catecumeni e degli infermi) e i presbiteri hanno rinnovato le promesse sacerdotali.
All’inizio della celebrazione era stato il delegato ad omnia della diocesi pattese, monsignor Giovanni Orlando, a rivolgere l’indirizzo di saluto, a nome di tutto il presbiterio e della Chiesa locale, al vescovo, evidenziando la “comunionalità della chiesa raccolta attorno al proprio Pastore”.
La messa è stata animata dal coro diocesano (una cinquantina i componenti provenienti da varie comunità parrocchiali, che “mettono a disposizione” la propria voce e il proprio tempo per rendere “più belle” le celebrazioni), diretto da Fabio Catina, con all’organo Salvatore Bonina e l’”ausilio” di quattro fiati.
Stasera, con la messa “In Coena Domini”, celebrata in tutte le parrocchie, e il rito della lavanda dei piedi, inizierà il Triduo Pasquale. Nella nostra città, secondo consuetudine, saranno tanti i fedeli che visiteranno quelli che impropriamente vengono chiamati “sepolcri”; in realtà, sono gli “altari della reposizione”, perché il Giovedì Santo è giorno di grande festa e di ringraziamento a Gesù, che, nell’Ultima Cena, ha istituito i sacramenti dell’Eucarestia e dell’Ordine sacro.
Domani, Venerdì Santo, giornata di digiuno ed astinenza, ci sarà in tutte le comunità la celebrazione della Passione del Signore, con l’adorazione della croce, e sabato la solenne Veglia Pasquale “in resurrectione Domini”.
Sempre domani, alle 20, la tradizionale processione delle Varette.
Nicola Arrigo