PATTI – Mxgp di motocross. Tony Cairoli conquista il 9° titolo mondiale, un altro ”miracolo sportivo”.
Che ad Assen, in Olanda, dove si correva il diciottesimo gran premio del mondiale di motocross Mxgp, il pilota pattese Tony Cairoli avrebbe stappato lo spumante per festeggiare il suo nono tiolo iridato era risaputo. Solo un clamoroso “zero” in entrambe le manche avrebbe rinviato ogni verdetto a domenica prossima in Francia. Quindi, è stato quasi “normale” che l’alfiere della Ktm abbia chiuso la pratica già nella prima manche, dando, tra l’altro, l’ennesima dimostrazione di forza. Infatti, gli sarebbe bastato un modesto sedicesimo posto per festeggiare e, invece, ha voluto “fare di più”, sia per confermare di essere il più forte, sia per concedere spettacolo ai tanti tifosi accorsi sul circuito “orange”.
Cairoli è scattato a razzo dal cancelletto di partenza, centrando il suo 15° holeshot stagionale, mentre l’olandese Jeffrey Herlings, l’unico che, secondo l’aritmetica, era ancora in grado di contrastarlo, è rimasto un po’ attardato. Per quasi metà gara, Tony ha “menato” la danza, guidando da par suo e lasciando agli altri la bagarre. Gradatamente, comunque, Herlings ha ripreso il proprio ritmo indiavolato dello scorcio finale di stagione e si è portato astretto contatto con il pattese. E’ stato un duello entusiasmante, con sorpassi e controsorpassi, fin quando Herlings ha conquistato il comando e Tonino gli è rimasto dietro. Non ha, però, tirato i remi in barca, anche se, naturalmente e saggiamente, ha badato a non ripetere l’errore di sette giorni prima, a Jacksonville, in Florida, nel Gran Premio degli Stati Uniti, quando una scivolata l’aveva costretto a rinviare la festa per il titolo.
A conferma che avrebbe voluto battezzare il titolo con un successo, Cairoli non ha “alzato il piede”; anzi, nelle battute conclusive, è tornato a spingere “a manetta”, rifacendosi sotto ed avvicinando si ad Herlings che, però, ha resistito al “ritorno” del fuoriclasse della Ktm, tagliando vittorioso il traguardo. Ma, ovviamente, a vincere è stato anche e soprattutto Tony Cairoli, che ha potuto sfogare tutta la propria gioia, facendo un salto sul traguardo e “lasciando andare” la moto. E’ stato subito attorniato dagli uomini del suo team, con i quali ha lavorato per tutto l’anno proprio con l’obiettivo di conquistare nuovamente, dopo due stagioni a digiuno, il titolo. Finalmente, sono “saltati” i tappi di spumante ed è potuta esplodere la festa per un campione, un “cannibale” delle piste, capace di dettare i propri ritmi su qualsiasi tracciato, capace di riprendersi il tetto del mondo a dispetto di chi, troppo frettolosamente, lo aveva dato per finito.
Gioia personale per il “messinese express”, gioia per tutta la Ktm e per il Team De Carli, gioia per tutto il mondo dei motori italiano e per lo sport in genere. Tra l’altro, Cairoli ha conquistato il nono titolo della sua eccezionale carriera ad Assen, circuito storico del motomondiale, circuito che ha visto spesso protagonista il suo grande amico Valentino Rossi (che in Olanda aveva vinto, nella MotoGp, il 25 giugno scorso), che ha eguagliato in quanto a titoli vinti, appunto nove. Probabilmente da Misano Adriatico, dove è stato costretto a seguire il Gran Premio “da fuori” a causa di un infortunio, Valentino ha seguito a distanza le gesta del suo amico ed è stato fra i primi a complimentarsi con lui per il titolo conquistato. In quell’urlo di Cairoli sul traguardo era racchiusa tutta la “liberazione” di chi ha tanto sofferto nelle ultime due annate, quando, a causa di ripetuti infortuni, non ha potuto dare il meglio di sé ed ha momentaneamente abdicato a favore del francese Romain Febvre prima e dello sloveno Tim Gajser poi. In quell’urlo c’era l’orgoglio di chi aveva la piena consapevolezza di aver compiuto un altro “miracolo sportivo”, perché confermarsi a ripetizione non è mai facile, tanto meno dopo aver dovuto affrontare una serie infinita di vicissitudini che avrebbero potuto definitivamente atterrarlo e che, invece, hanno fatto scattare in lui la molla della rivalsa.
Infatti, tornato in piena forma fisica, grazie anche ad un gran lavoro di squadra, non ce n’è stato più per nessuno. E’ così arrivata l’attesa rivalsa, al culmine di una stagione che Cairoli ha condotto con grande regolarità, imprimendo un ritmo forsennato nei primi tre quarti e trasformandosi poi in attento “calcolatore” nella fase finale. In quell’urlo c’0era la piena coscienza di chi sa quanto sia eccezionale, in una disciplina come il motocross, vincere ancora un titolo a quasi 32 anni. Chiusa la pratica del titolo, Cairoli si è presentato al cancelletto di partenza della seconda manche olandese col malcelato intento di puntare anche al successo del gran premio. Ovviamente, ha pagato il giustificato calo di adrenalina e così non è partito bene, perdendo subito parecchie posizioni.
Pur senza strafare, ha provato a risalire – non è un pilota che si accontenta facilmente nemmeno quando l’obiettivo è conseguito – ma è incappato in una banale caduta, che lo ha relegato al sesto posto di manche, anche perché, a quel punto, si è limitato alla semplice passerella. Jeffrey Herlings, al suo quinto successo nel 2017, in forma strepitosa, è volato via verso la bandiera a scacchi, ottenendo la doppietta di giornata e la meritata ovazione dei propri sostenitori. Alle spalle di Herlings si piazzavano Febvre ed Anstie, mentre Cairoli era quarto, un risultato importante solo per la “storia” del gran premio, perché il risultato per la sua storia personale era già stato centrato. Ora, dopo l’ultima gara, che si correrà domenica prossima in Francia, Tony Cairoli punterà a centrare un altro prestigioso risultato: trascinare l’Italia nel Cross delle Nazioni, che si disputerà l’1 ottobre a Matterley Basin, in Inghilterra. Ma intanto può godersi l’ennesimo alloro: il più forte è ancora e sempre lui !
Nicola Arrigo