BARCELLONA P.G. – ”La scuola a modo mio”. Ernesto Zangla affida la propria molteplice esperienza ad un libro
Per anni ha lavorato nella scuola, sia al nord che al sud, lasciando la propria impronta sia ad Ardesio, in provincia di Bergamo, sia nelle scuole media “Verga” di Gioiosa Marea e “Foscolo” di Barcellona.
Tantissimi ragazzi hanno avuto modo di apprezzarlo non solo per la sua preparazione, ma anche e soprattutto per la sua capacità di approcciarsi a tutti, per la sua continua e piena disponibilità. Potremmo dire, senza tema di smentita, che Ernesto Zangla, docente di Lettere, nativo di Merì e residente a Barcellona, oggi in pensione, abbia sempre immaginato una scuola dagli orizzonti infiniti, senza pareti.
Una scuola in cui “aiutare” tutti i ragazzi ad essere protagonisti della “sfida educativa” e non semplici fruitori, ragazzi capaci di esprimere e mettere a frutto, con l’”accompagnamento” dell’insegnante, le proprie svariate potenzialità. “Ragazzi – evidenzia con orza l’autore – che non sappiano tanto la poesia a memoria, ma che sappiano orientarsi nella vita, prenderla in mano, esserne protagonisti”.
Adesso Zangla ha affidato la propria molteplice esperienza ad un libro, edito da Lombardo, (la prefazione è di Serafina Miraglia) semplice ma profondo, che si legge tutto d’un fiato e che appassiona perché traspare chiaramente che si tratta di “vita vissuta” a servizio delle giovani generazioni.
“La scuola a modo mio” è il titolo che l’autore ha voluto dare, riportando, appunto, le esperienze più belle vissute dentro e fuori la classe, intendendo sempre il proprio ruolo di educatore come una vera e propria, particolare vocazione.
“Quanto sperimentato con i ragazzi, spesso col coinvolgimento delle famiglie, – sottolinea Ernesto Zangla – è diventato lezione di vita, tramite le più svariate attività”.
Dal trenino, che era stato usato per una sfilata di carnevale e che è diventato strumento fondamentale per insegnare la geografia, alla scuola di sci nautico, dal gruppo Scout Nautici alla scuola interattiva, dalla sfilata di alunne-modelle nella palestra dell’istituto all’arrivo alla scuola “Foscolo” di una vagone ferroviario dismesso che è stato restaurato ed è poi diventato pizzeria, vagone che, trasformato in un vero e proprio laboratorio polifunzionale, è stato dedicato a un ragazzo morto in un incidente, Santino Calabrò. Davvero una “trovata”geniale, “con gli alunni che – spiega Zangla – offrivano la gustosa focaccia a preside, bidelli, personale di segreteria e vecchietti che solitamente stazionavano nella piazzetta antistante”.
“La scuola a modo mio”, quindi, è un libro che sarà utile non solo per i ragazzi che vorranno leggerlo ma anche e soprattutto per i docenti che potrebbero magari “rubare” alcuni segreti a Zangla per rendere ancora più incisivo il proprio insegnamento. Alla sua “opera”, Zangla intende abbinare pure un fine solidaristico: “Una volta che avrò coperto le spese per la stampa del volume – conclude – devolverò il resto del ricavato della vendita dei libri in beneficienza”.
Nicola Arrigo