PATTI – 39ª Giornata per la vita. ”Donne e uomini per la vita”
Il dono della vita, il suo valore non negoziabile, gli “attentati” che deve “subire”, la speranza che si possa “vincere la notte”. Sono stati i temi più ricorrenti dell’incontro, tenutosi nel salone della Concattedrale “Santi Martiri del XX secolo” di Patti, in occasione della 39^ Giornata per la vita, avente per tema “Donne e uomini per la vita nel solco di Santa Teresa di Calcutta”.
“Dobbiamo spalancare il cuore – ha esordito con tono forte, nella sua introduzione, don Enzo Smriglio, arciprete della Cattedrale di Patti – alla gratitudine per il dono della vita. Essa è la realizzazione di un “sì” di Dio che ha trovato collaborazione nel “si” dei nostri genitori. Infatti, diamo troppe cose per scontate, ma dove c’è vita ci sono gioia e pace interiore. Ognuno di noi, così come Madre Teresa, che ha avuto un’incontenibile passione r la tutela della vita, deve essere innamorato della propria vita e impegnato nella tutela della vita altrui”.
“La difesa della vita – ha fatto eco nel proprio intervento Marco Faillaci – è la sfida del nostro tempo. Un popolo che non sa prendersi cura dei bambini e dei nonni è un popolo senza futuro. Le famiglie devono crescere nella coscienza di essere protagoniste della politica familiare, altrimenti pagheranno le conseguenze del loro disinteresse”. Faillaci ha anche posto l’accento sull’avvio della Pastorale Familiare nella diocesi di Patti “che dovrà essere compagna di tutte le famiglie della nostra Chiesa locale”.
Sviluppando il tema “A che punto è la notte per il diritto alla vita”, Angela Provenzale, partendo dalla considerazione che “il diritto alla vita langue” e ribadendo che “la vita è un valore non negoziabile”, ha presentato dei dati raccapriccianti. Secondo quanto rappresentato dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), ci sono 56 milioni di aborti all’anno; negli ultimi trent’anni, sono stati un miliardo e mezzo. “Significa – ha evidenziato – 6392 all’ora e 106 al minuto. Dal 1978, quando il Parlamento ha approvato al legge 194, quasi 6 milioni di aborti si sono registrati in Italia – 11 all’ora -. Ciò spiega anche perché sia nel 2015 che nel 2016 nel nostro Paese i nati sono stati meno di cinquecentomila”. Angela Provenzale ha poi posto l’accento pure sull’eutanasia, facendo risaltare “un vero e proprio martellamento mediatico, sfruttando casi pietosi, per giustificare l’approvazione della legge in Parlamento”. “La notte, pertanto, – ha concluso – è buia, ma ci sono delle stelle e la Chiesa è un baluardo contro la deriva antropologica. E’ fondamentale l’opera della famiglia stessa, che deve recuperare la propria identità di “santuario della vita” per costruire la cultura della vita”.
Tema, questo, ripreso pure da Fra Felice, della comunità “In Spirito e Verità”, che si è soffermato su “Dall’Humanae Vitae all’Amoris Laetitia, chiamati a procreare”. “La promozione per la vita – ha sottolineato – è una responsabilità di tutti; essa realizza un progetto eterno di Dio che ci coinvolge e che diventa utile a tutta l’umanità. Più, infatti, la visione della vita è globale, più stiamo bene e ci impegniamo affinchè tutti stiano bene”. “Non basta – ha concluso – una giornata celebrativa; è necessaria nel tempo la promozione della spiritualità della famiglia, perché gli sposi hanno un grandissima dignità e spesso non ne sono consapevoli, in quanto, all’inizio della vita, essi sono collaboratori dell’opera creatrice di Dio”.
Dopo la testimonianza di don Smriglio che, grazie al “Progetto Gemma”, è riuscito a salvare una vita umana, con la mamma che ha receduto dal proposito di abortire, e dopo un dibattito, nel corso del quale è stato puntato l’indice pure sullo Stato “che ha abbandonato la famiglia”, Fra Felice ha presieduto nella basilica la celebrazione della messa.
Quello vissuto a Patti è stato solo un “primo passo” di un percorso che proporrà altre occasioni di incontro, riflessione e formazione per essere davvero “donne e uomini per la vita”.
Nicola Arrigo