MILAZZO – Caso di ordinaria burocrazia all’ufficio demanio marittimo
“Inaccettabile che le imprese continuino a subire le inefficienze della pubblica amministrazione senza che nessuno se ne assuma le responsabilità”. È quanto dichiara Alfredo Schipani, presidente di Confindustria Messina in riferimento all’incresciosa paralisi dell’ufficio demanio marittimo di Milazzo, già emersa e segnalata dagli organi di comunicazione.
L’ufficio, a seguito dell’avvicendamento di competenze dalle capitanerie di porto all’assessorato regionale territorio e ambiente, rimane ad oggi totalmente paralizzato a causa di un cortocircuito burocratico. Da quanto riferito dallo stesso dirigente dell’ufficio, e come già noto agli operatori, le istanze presentate dalle imprese non possono essere istruite poiché i funzionari, pur muniti della qualifica idonea, non sarebbero abilitati a completare i procedimenti. Tutto si blocca perché dall’assessorato territorio e ambiente non arriva l’atto utile a formalizzare tale competenza, mentre le imprese subiscono grave danno economico.
“Questa omissione amministrativa – segnala Alfredo Schipani – sta procurando disagi e ingenti danni alle imprese che svolgono attività sulle aree demaniali, soprattutto per impossibilità di rinnovare le licenze o di completare iter di progetti da sottoporre agli enti locali; diverse sono le attività a rischio per la prossima stagione balneare”. Peraltro, nella giurisdizione del demanio marittimo di Milazzo, ricadono territori a forte vocazione turistico-balneare, come Isole Eolie, Milazzo, Sant’Agata Militello. Non vi è dubbio che tale situazione arreca grave danno ad un’importante comparto economico, strettamente legato al diportismo ed al turismo e già fortemente danneggiato dalle carenze di infrastrutture e trasporti.
“Si tratta di una situazione paradossale, in cui si ravvisa anche il danno erariale – aggiunge l’avvocato, Eduardo Omero, presidente della delegazione Eolie di Confindustria Messina -. Mentre le casse delle nostre pubbliche amministrazioni languono, si procura il danno derivante dal mancato introito dei canoni di concessione e dalla compromessa operatività di uffici sostenuti da fondi pubblici, ossia dal contributo di ciascuno di noi, cittadini e imprese”. “La Regione, nel suo doveroso esercizio delle pubbliche funzioni – conclude Omero – deve risolvere la questione con carattere di urgenza; diversamente le imprese danneggiate non potranno che richiedere accertamento delle responsabilità e risarcimento dal danno ai competenti organi giudiziari”.
Redazione