PATTI – Psicologi e Psicoterapeuti dell’area Tirreno-Nebrodi su patologia del gioco d’azzardo
Il gioco d’azzardo patologico è stato il tema del secondo incontro organizzato, nell’ambito del “Mese del benessere psicologico”, dal gruppo di psicologi e psicoterapeuti dell’area Tirreno-Nebrodi.
Dopo la presentazione del dottore Paolo Sidoti Olivo, la dottoressa Rosanna Spinella, dirigente psicologo Ser.T Messina Sud ha definito il gioco d’azzardo “un disturbo del comportamento che rientra nell’area delle dipendenze senza sostanza.
Da una prima fase informale e ricreativa, saltuaria e con una spesa contenuta, si passa ad un gioco problematico con un aumento considerevole della frequenza e delle somme investite. Infine, si arriva a quello patologico quando il gioco diventa quotidianità e non si riesce a smettere, andando incontro, molto spesso, a gravi indebitamenti. Tempo, denaro e personalità sono i tre campanelli d’allarme da tenere sotto controllo poichè, in una situazione problematica, possono portare a trascorre maggior tempo fuori casa, ritardare agli appuntamenti, dimenticare impegni importanti, nascondere gli estratti di pagamento, sottrarre oggetti di valore e denaro, minimizzando e mentendo sul gioco e sui soldi persi, modificando abitudini alimentari e sessuali, manifestando problemi di sonno, ansia, irritabilità, depressione e sbalzi di umore”.
Il dottore Piero Russo, Dirigente Medico, referente Ser.T. Messina Nord, ha evidenziato “come in un periodo di crisi economica, valoriale e di incertezza per il futuro, il gioco, grazie anche alla velocità garantita dalla tecnologia, abbia svolto una funzione compensatoria nei confronti del malessere della vita, diventando occasione per fantasticare mete di successo che appaiono altrimenti irraggiungibili, favorendo modalità regressive di funzionamento psichico con il prevalere del pensiero magico”. “Uno degli errori più frequenti e pericolosi – ha spiegato Russo – è quello di pensare che un evento casuale diventi più probabile o meno sulla base dei risultati precedenti: in realtà gli eventi passati non influiscono minimamente sul risultato futuro. E’ importante precisare che non tutti i giocatori diventano patologici, in quanto lo sviluppo di una patologia procede per gradi e dipende da svariati fattori personali, familiari e ambientali”. Infine, la dottoressa Maria Angela Pipitò, dirigente psicologo Ser.T di Patti, ha descritto le attività del servizio: prevenzione nelle scuole del territorio, trattamenti ambulatoriali (counseling, colloqui, psicoterapia) individuali e familiari.
E’ seguito il toccante racconto di alcune esperienze cliniche, che hanno messo in luce come la maggior parte dei giocatori neghi o minimizzi il problema del gioco, avvicinandosi ai servizi con grandi difficoltà, spesso dopo diversi tentativi di persuasione da parte dei familiari. I dati raccolti testimoniano come, tra gli utenti in trattamento, solo una minima parte sia consapevole delle motivazioni che stanno alla base del problema.
Nicola Arrigo