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SAN PIERO PATTI – “Contratti irregolari e violazioni del bando comunale”, la CGIL accusa la Cooperativa Servizi Sociali San Filippo

SAN PIERO PATTI –  “Contratti irregolari e violazioni del bando comunale”, la CGIL accusa la Cooperativa Servizi Sociali San Filippo
Agosto 05
12:06 2015

Una vera e propria battaglia sindacale si sta profilando a san Piero Patti in merito alla gestione del servizio di assistenza domiciliare rivolta agli anziani, ai diversamente abili, ai minori ed ai nuclei familiari in condizioni di disagio.

Dal maggio scorso il servizio è stato affidato alla Cooperativa Sociale Servizi San Filippo di Terme Vigliatore, l’aggiudicazione è avvenuta solo in seconda battuta, dopo, cioè, che la stessa ha presentato e vinto un ricorso al Comune di San Piero Patti (ente appaltante).

La cooperativa di Terme, infatti, inizialmente – e precisamente in data 15 maggio, quando si svolse la gara di trattativa privata per l’affido del servizio della durata di 5 mesi e 10 giorni – si era classificata seconda rispetto alla vincente del bando, la IALITE Onlus di Maniace , associazione che peraltro ha gestivo nell’ultimo anno l’assistenza domiciliare.

Il bando di gara indetto dal Comune di San Piero Patti prevedeva, per la realizzazione del progetto di assistenza ed in merito all’equipe e alla sua composizione: 5 assistenti domiciliari per 3 ore giornaliere su sei giorni settimanali con un giorno di riposo a turno ciascuno ( per un totale di 61 ore ) ; 1 assistente sociale – che coordinerà il servizio- presente 7/8 ore settimanali e comunque per complessive 30 ore mensili.

L’aggiudicataria San Filippo adesso viene chiamata in causa dalla FP CGIL, il cui responsabile territoriale è Antonino di Blasi, per una serie di inadempienze nei confronti delle 5 operatrici e violazioni ai criteri del bando stesso. “ La cooperativa – dichiara il sindacalista Di Blasi – non ha rispettato il progetto migliorativo proposto in fase di gara e non ha posto in essere alcun procedimento mirato a rispettare il bando; sono diminuite le ore del servizio rispetto alla gestione precedente ( settimanalmente 10) con conseguente diminuzione della remunerazione delle operatrici ed è stata anche assunta un’altra unità che ha comportato un’ulteriore diminuzione del monte ore personale di quelle già previste da un bando di per sé predisposto in maniera errata . Inoltre, continua Di Blasi – i 50 utenti che usufruiscono del progetto, a causa di ciò, non vengono assistiti regolarmente perché le operatrici si devono assentare, forzatamente, creando pertanto un disservizio. Per quanto riguarda il contratto di lavoro, recapitato solo in questi giorni alle operatrici dopo circa 3 mesi dalla loro assunzione, è davvero inaccettabile ed a oggi le operatrici attendono persino ancora il primo pagamento. La cooperativa non ha rispettato le disposizioni previste dall’art.37 del CNL – parte integrante del bando – non garantendo la continuità e le condizioni di lavoro acquisite dal personale, prova l’inspiegabile non riconferma della precedente assistente sociale dott.ssa Elena Raimondo. In qualità di rappresentante sindacale ho richiesto da subito un incontro sia con il rappresentante della cooperativa che con la dott.ssa Limina segretaria comunale e responsabile dell’area, colloquio che però, nessuna delle parti in causa, mi ha mai concesso. Data la situazione insostenibile andremo comunque avanti con tutti i mezzi a nostro disposizione al fine di tutelare le operatrici, da me rappresentate, e l’utenza non meno importante che in questi mesi risente negativamente di tale disservizi. La FP CGIL intraprenderà tutte le iniziative atte a tutelare i lavoratori in tutte le sedi opportune”.

Dichiarazioni in merito giungono anche dalla dott.ssa Elena Raimondo, assistente sociale che sino a pochi mesi addietro ha lavorato in paese inserita nell’organico della cooperativa IALITE Onlus: “Nel momento in cui sono sorti i primi problemi con la nuova cooperativa aggiudicataria ho cercato un dialogo e spiegazioni circa la mia sostituzione, sia con i rappresentanti che con l’Amministrazione comunale. Ad oggi non ho avuto alcun chiarimento e motivazione valida circa il mio allontanamento dal servizio che si configura come una violazione del bando indetto dal comune ed anche delle determinazioni di legge. Mi sono rivolta ad un legale per far valere i miei diritti ed al fine di far rispettare i termini del bando che prevedono la mia presenza in nome della continuità. Durante la mia presenza presso il comune di San Piero Patti posso affermare di aver svolto con coscienza e professionalità il mio incarico di assistente sociale nel progetto che mi era stato affidato. Dal punto di vista umano ho creato relazioni positive e di fiducia con l’utenza, divenendo per molti un punto di riferimento. Il mio licenziamento costituisce un danno principalmente in quei casi problematici che, nei mesi di permanenza, avevo iniziato a gestire implementando dei percorsi costruttivi di empowerment grazie anche ad un lavoro di rete svolto insieme alla comunità locale ed alle sue risorse ed organizzzioni . Chiedo all’Amministrazione comunale, che avrebbe il compito di vigilare sul servizio, spiegazioni sia per me che per l’utenza che, forzatamente ed a malincuore, ho dovuto abbandonare”.

Redazione

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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